Finanziaria

Parlo di soldi e, come fossi un’influencer, mi accingo al più famoso unboxing di fine anno. Anche voi, aprendo il Sole24ORE, in una bella mattina di metà ottobre, esclamate – la finanziaria!  – come se fosse stata annunciata una nuova ondata di disgrazie? Sì, pure io. Quante storie che fai! Dite? Allora leggete questa. C’era una volta una bella Legge di Bilancio che regnava sovrana sul suo popolo ma, nel lontano 2009, il suo regno venne usurpato da una Legge di Stabilità, che si insediò sul suo trono e la divorò. Breve storia triste? No, perché…chi la fa, l’aspetti! Ed ecco che si presentò, alle porte del regno, un potente esercito, guidato da dignitari dal colletto bianco, armati di codici e master in economia, che detronizzarono l’usurpatrice, instaurando il regno della Nuova Legge di Bilancio. Questa nel 2016 sostituì, incorporando fra squilli di tromba e fanfare europee, anche la vecchia Legge di Bilancio… Ok, accantoniamo le favole economiche che ci vengono raccontate, chiamandola come meglio ci piace, perché questa Nuova legge di Bilancio è in grado di togliere il sonno e il senno, in barba al suo bel nome equilibrato. La Legge di Bilancio è in essere su indicazione dell’articolo 81 della Costituzione Italiana che riporto per intero:

Lo Stato assicura l’equilibrio tra le entrate e le spese del proprio bilancio, tenendo conto delle fasi avverse e delle fasi favorevoli del ciclo economico. Il ricorso all’indebitamento è consentito solo al fine di considerare gli effetti del ciclo economico e, previa autorizzazione delle Camere adottata a maggioranza assoluta dei rispettivi componenti, al verificarsi di eventi eccezionali. Ogni legge che importi nuovi o maggiori oneri provvede ai mezzi per farvi fronte. Le Camere ogni anno approvano con legge il bilancio e il rendiconto consuntivo presentati dal Governo. L’esercizio provvisorio del bilancio non può essere concesso se non per legge e per periodi non superiori complessivamente a quattro mesi. Il contenuto della legge di bilancio, le norme fondamentali e i criteri volti ad assicurare l’equilibrio tra le entrate e le spese dei bilanci e la sostenibilità del debito del complesso delle pubbliche amministrazioni sono stabiliti con legge approvata a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera, nel rispetto dei princìpi definiti con legge costituzionale.

Questo testo è importante perché ha una storia da raccontare. In Italia – dopo una crisi economica senza precedenti, in concomitanza con l’acuirsi delle tensioni sui debiti sovrani dell’area Euro – l’8 settembre 2011, il Consiglio dei Ministri, attraverso il Ministro dell’Economia e delle Finanze, Prof. Giulio Tremonti, presentò una variazione al precedente testo costituzionale di riferimento, inserendo la regola aurea del pareggio di Bilancio, già caro al Presidente Luigi Einaudi. Sempre nel 2011, il 5 ottobre iniziarono le consultazioni e il 10 novembre venne approvato il nuovo testo. Nel frattempo, nel mondo accadde l’undici settembre americano, e da noi, il 12 novembre, il Dott. Silvio Berlusconi rassegnò le dimissioni da capo del Governo e, già il giorno dopo, il Presidente della Repubblica, l’On. Giorgio Napolitano, nominò Presidente del Consiglio dei Ministri il Prof. Mario Monti. Dopo acceso dibattito, l’UE generalizzò i principi della Nuova Legge di Bilancio italiana, sotto la guida del prof. Monti, mediante l’adozione del Fiscal Compact da parte di tutti gli stati membri e, a partire dal 20 aprile 2012, varò il pacchetto di norme vincolanti a carattere permanente preferibilmente di tipo costituzionale in osservanza (leggi “da adottare” sic!)  per il Bilancio Nazionale che, da allora in avanti, dovrà essere attivo o in pareggio o con un deficit che non ecceda lo 0,5 % del Prodotto Interno Lordo, ovviamente di ciascun Stato dell’UE, se non in circostanze eccezionali.

Questi eventi ancora evocano strazio nelle menti di statisti ed economisti di tutta Europa. Ripercorriamo senza timori tutta la storia, anche e soprattutto, la nostra storia economica. E a proposito delle citate circostanze eccezionali, il 2020 si è rivelato essere più di un’eccezionalità per tutto il mondo, anno in cui l’Italia ha avuto un triste primato.  #pernondimenticare

Rientriamo in argomento. La politica economica italiana è regolata da una legge ordinaria, la Legge di Bilancio, proposta dal Governo, approvata dai due rami del Parlamento e promulgata dal Presidente della Repubblica. E’ una cosa maledettamente seria, che accende gli animi della nazione intera, può far cadere governi o creare nuove alleanze politiche, ed è bene che tutti i cittadini partecipino anche solo attraverso l’informazione. Battute a parte, lascereste il vostro portafogli in mano ad uno sconosciuto? Figuriamoci! Eppure, la maggior parte dei cittadini a mala pena ha capito cos’è! Quindi cos’è la finanziaria? È una legge, contiene disposizioni e innovazioni normative relativamente al portafoglio di mamma Italia. E’ anche un documento contabile dove sono riportate:

  • Le entrate: ciò che lo Stato riceve sotto forma di imposte e tasse
  • Le spese: i denari che lo Stato spende per il Paese,
  • Una parte tabellare dove vengono fissati determinati limiti in valori, quote e percentuali.

Il Governo, nello stabilire le direttive della Legge di Bilancio, controlla che i parametri stabiliti l’anno precedente siano stati rispettati e quindi opera delle scelte:

  • restrittive, con il taglio della spesa pubblica o l’introduzione di ulteriori tasse e se ce ne sarà bisogno dovrà pareggiare i conti dello Stato.
  • espansive, promuovendo la crescita economica dello Stato con l’aumento degli investimenti e della spesa pubblica.

Dal 1992, la finanziaria italiana deve fare i conti con parametri Europei, continuamente aggiornati, ai quali adeguarsi.

Eccone alcuni, la scelta cade su quelli più dirompenti che avvertiamo nel nostro quotidiano:

  • il rapporto fra disavanzo pubblico e Prodotto Interno Lordo non deve superare il tetto massimo del 3%;
  • Il tasso medio di inflazione deve essere contenuto entro la maggiorazione di 1,5 punti percentuale a quello dei tre Stati membri che, nel corso dell’anno precedente, hanno conseguito i migliori risultati in termini di stabilità dei prezzi;
  • Il tasso d’interesse nominale a lungo termine non può eccedere i 2 punti percentuali di quello dei tre Stati membri che hanno conseguito migliori risultati in termine di stabilità dei prezzi o dei tassi durante l’anno precedente.

Ogni semestre il Consiglio Europeo discute i propri bilanci, e questo outing costa raccomandazioni vincolanti o correzioni, fino a multe e sanzioni. Se sei uno che balbettava alla domanda – quanto fa 7 x 9?  – è bene che ti armi di santa pazienza, un vocabolario economico, e tanta attenzione nel leggere lo spiegone o bugiardino per l’opposizione politica, di questo bel pacchetto che arriva sempre in tempo durante le festività di fine anno.

Ecco le date di consegna:

  • il disegno di legge deve essere pronto entro il 15 ottobre, termine ultimo per la presentazione alla UE.
  • Entro il 20 ottobre, lo stesso documento, dovrà essere presentato al Parlamento italiano che ne discuterà, sia politicamente che economicamente e agirà tenendo conto del parere delle istituzioni europee.
  • Il Parere Europeo sarà sui tavoli delle nostre commissioni legislative dal 30 novembre.
  • Il testo definitivo della Legge di Bilancio dovrà essere approvato entro il 31 dicembre per entrare in vigore il 1° gennaio successivo dopo essere stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale.

 Allerta spoiler: il disegno di legge, approvato lo scorso 28 ottobre, stabilisce linee espansive – GODI POPOLO! – per accompagnare il nostro Paese fuori dal periodo più stravolgente di questo terzo millennio. La gente di palazzo mormora e si vocifera sulla riduzione del cuneo fiscale, sull’aumento della spesa pubblica e aiuti per gli investimenti di privati e imprese e, come ho già scritto negli articoli precedenti, vengono seguite fedelmente le linee guida sancite dal World Economic Forum e programmate le uscite per la riuscita delle sei missioni che l’Italia si è proposta di raggiungere nel testo del P.N.R.R. E ora l’unboxing sotto l’albero. Caro Babbo Natale, tu che sei un vero drago nel fare regali, cosa ci lascerai quest’anno? GLI AUGURI…whatever it takes?

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