Tommaso Ghidini è l’HOMO CAELESTIS
Stefania Turco
HR Operation Manager presso KAIRÓS LBC
Questa la voglio raccontare.
Durante la 4° edizione del workshop multidisciplinare Borgogna Summit, di domenica scorsa a Lesa sul Lago Maggiore, ho avuto modo di assistere ad alcune presentazione di libri da parte degli stessi autori, e ovviamente non solo…ma questa è un’altra storia!
Piacevole e fredda giornata, e fin qui nulla di strano. Gli incontri formativi e divulgativi immersi in cornici magiche, aiutano a risvegliare la mente dal torpore della routine; mentre le mie orecchie restano attente a ciò che si racconta, gli occhi spaziano frugando in ogni angolo del quadro presente; e poi, un consesso di persone così differenti fra loro mi porta a ripassare ogni struttura di linguaggio conosciuta.
Così, mentre mi chiedo dove diavolo sia finito il caldo torrido del sabato precedente a Roma, aggiustandomi alla meglio la camicia, riporto negli appunti sul cellulare il cambio della guardia nella presentazione dei libri, e in un istante, per dirla alla Asterix, il cielo mi è caduto sulla testa.
Così ho conosciuto l’ingegnere spaziale, professor TOMMASO GHIDINI, 47 anni, autore di HOMO CAELESTIS, l’incredibile racconto di come saremo, edito da Longanesi.
Tommaso! Quale nome migliore poteva definire la personalità di quest’uomo, che vanta un curriculum pieno zeppo così di titoli, dalla Laurea in Ingegneria Meccanica a Parma nel 2000, a capo della Divisione di Strutture, Meccanismi e Materiali dell’Agenzia Spaziale Europea E.S.A., posizione di assoluto prestigio per chiunque, figuratevi per me che da sempre vivo con il naso in su a riveder le stelle.
Avvicinarlo è stato facile. Il professor ingegnere è empatico. Ha un’espressione dolce sul viso, e parla molto volentieri della fortuna che ha di lavorare, al servizio dell’umanità, attraverso la realizzazione dei progetti per i voli nello spazio e, dei suoi progetti, molti hanno già una storia scientifica scritta e certificata…googlelatelo! Rimarrete a bocca aperta, garantito.
Sentirlo raccontare della prima lite scoppiata nella stazione spaziale in orbita attorno alla Terra, fra Cimon (Crew Interactive MObile CompanioN), l’A.I. a forma di sfera e il capitano astronauta in carica, per la scelta di un inopportuno brano musicale dei Kraftwerk da parte dell’AI, è stato esilarante. La facilità comunicativa di @TommasoGhidini smuove così la mia curiosità e lasciandosi investire da una valanga di domande (non sempre intelligenti ) lui risponde volentieri. Scopro così, oltre i progetti che sta seguendo, un sacco di cose.
Vestendo il ruolo di HR operation manager gli chiedo come è la gestione delle risorse umane in ambito spaziale, e volentieri parla del suo insediamento in E.S.A. dell’ammirazione verso colleghi e/o subalterni, tutti brillanti scienziati con un nucleo creativo e sognatore mai spento, una vera squadra che non vede l’ora di realizzare il progetto al quale lavora. Perfino i laureandi in E.S.A. vengono stracoccolati e aiutati lungo tutto il loro percorso di studi – benchè in erba, uno scienziato è sempre un valore aggiunto per l’umanità!.
No, Non si rammarica se non vestirà mai i panni di astronauta, anche perché l’addestramento dura ben sei anni, e al momento è lanciatissimo sul progetto di costruzione della stazione spaziale orbitante attorno alla Luna, e successivamente di una stazione spaziale fissa sulla Luna, utilizzando i detriti in orbita attorno alla Terra.
Ci pensi – dice – quelli sono già lì, sono funzionanti, resistenti, abbandonati e assolutamente riciclabili! – n.d.r. tutto ciò che viene lanciato nello spazio ha una durata di utilizzazione pari a circa 30 mila anni! – (Devo lasciar scritto ai miei nipoti di controllare se sopra lo specchio di cielo di casa mia ci sia qualcosa di riutilizzabile…e la cantina, muta! )
Poi, racconta di come si possono costruire mattoni, con stampanti 3D, per edificare la stazione fissa sulla Luna!! E giù snocciola dati, numeri, statistiche e previsioni come un computer di bordo. E io in un nanosecondo ho dimenticato la saga di Star Trek!
E’ sicuro che, durante l’arco della sua vita lavorativa, vedrà facilitarsi i viaggi nello spazio, e chi lo sa! Potrebbe essere uno dei passeggeri.
E poi si illumina, mentre spoilera che nel 2026 partirà la prima nave verso Marte con astronauti umani. E poi ancora, altre navi verso lo spazio profondo. Sorride – quegli uomini e donne sono già nati ed hanno ora 5 anni! – Caspita! allora sono iniziate le selezioni alle feste di carnevale, chi sceglie di vestirsi da astronauta è ingaggiato e pronto per l’addestramento!!
Mentre parla, lo vedo gasarsi come un ragazzo che sta vincendo alla playstation, e io lo accompagno molto volentieri mentre mi mostra da perfetto anfitrione la nave in partenza per Marte. Si devono evitare i problemi e non solo quelli tecnici! Uno di questi “problemi” è il “cabin fear” – paure che nascono durante i viaggi – quegli individui dovranno convivere dentro una scatola di metallo!
– Sai, ci vogliono ben due anni e mezzo per arrivare su Marte. Per il ritorno bisognerà aspettare i giusti aspetti astrali dei pianeti, e le loro esatte posizioni nel sistema solare, per dar modo, alla navicella in rientro, di inserirsi nelle migliori traiettorie gravitazionali. Ecco spiegato il motivo per il quale sarà un viaggio esplorativo di insediamento, e soprattutto per scoprire cosa ha fatto invecchiare il pianeta rosso riducendolo a materiale inerte.
Poi sorride nuovamente cercando sul mio viso l’espressione di ha compreso cosa ha appena sentito dire, e mi rendo conto che crea dipendenza il suo entusiasmo misto a curiosità e dolcezza.
– Perché – confida – Marte è inerte solo in superficie, quindi parte del progetto è costruire una trivella che arrivi a due metri di profondità, per studiare meglio la crosta marziana. Sappiamo che ci sono batteri, sappiamo che c’è un lago liquido salato, sappiamo tante cose, ma serviranno una quantità infinita di brevetti, che impegneranno non solo l’E.S.A. ma anche la N.A.S.A., l’A.S.I. e persino le agenzie spaziali asiatiche, per permettere agli astronauti di camminare sulla superficie.
Marte è bombardato da radiazioni pesantissime e gli umani che ci arriverebbero, vedrebbero decadere il loro corpo, forse perderanno la vista, e l’osteoporosi potrebbe far loro esplodere le ossa. Ecco l’enormità di capitali utilizzati, tutti finalizzati a studi che possano permettere di portarsi appresso materiale biologico e, attraverso stampanti 3D, ricreare al momento i tessuti deteriorati degli astronauti, ma anche stazioni chirurgiche che operino in autonomia. Le tute spaziali pesano circa 200 kg, e fare solo un passo è già una conquista, figurarsi un’operazione chirurgica. Dalle missioni Apollo abbiamo imparato che gli astronauti possono cadere, sia per assenza di gravità sia a causa delle tute. Diventa prioritario creare tute più resistenti e leggere, con materiali protettivi non ancora prodotti.
Tutto ciò che viene studiato e realizzato per lo spazio cade a pioggia sulla nostra quotidianità. Finora ben 135 mila sono i brevetti realizzati, dai materiali per i materassi, al microprocessore. La ricerca per lo spazio è utile principalmente alla Terra.
L’ #HOMOCAELESTIS è l’uomo sapiens sapiens, che ha superato i pregiudizi di territorialità, razza, e guadagno personale, che si espande oltre il sistema solare, perché lo spazio non è buio, ma è la luce che rende gli umani più solidali fra loro, non è una conquista ma una partecipazione dell’umanità terrestre alle meraviglie del cosmo.
@TommasoGhidini risponde anche a domande private, è sposato, ha due figli, la sua carriera lo soddisfa e il fatto di essere considerato dai governi come un diplomatico del cielo lo diverte molto. Il professor #TommasoGhidini, l’ingegnere scienziato, ha avuto sempre gli occhi puntati al cielo, per sognare e per volare verso l’oltre e anche un po’ più in là.
Una macchina lo accompagna verso l’aeroporto, e graziosamente, lancia solo uno sguardo dolce, allargando le braccia, all’ultima domanda: cos’è la paura? Mi rispondo da sola: è non averci creduto!
Ho passato solo un paio d’ore col professore megaipersuperfigo ingegnere e scienziato spaziale e credo che avrò per sempre fiducia nell’umanità.
Call to action!! Comprate il libro Homo Caelestis, arredateci la vostra mente e libreria, mettetelo nella vostra lista di nozze, regalatelo ai bambini per il compleanno, fatevelo prestare da chi già ce l’ha e poi restituiteglielo, perdetelo in giro solo per poi ricomprarlo! Tutto, ma non lasciatelo sugli scaffali, ne trarrete sommo beneficio dato che cerchiamo da sempre di intrattenerci con qualcosa di stupefacente, e Tommaso Ghidini ,davvero, crea dipendenza!
Grazie
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